Aldegani, la freschezza nell'esperienza

E' raro che in due stagione consecutive una squadra debba affidarsi, con risultati sorprendenti, al suo terzo portiere. Eppure, da Belardi ad Aldegani la storia non è cambiata. Arrivati entrambi a campionato iniziato e senza alcuna aspettativa nei tifosi, si sono ritrovati a giocarsi le loro carte mostrando di avere ancora qualcosa da dire nel calcio italiano.

Gabriele Aldegani, classe '76, un passato nelle giovanili del Milan ed una carriera da 'nomade' del calcio, è arrivato a Pescara in sordina, quasi senza accorgersene. Era svincolato, dopo un campionato da spettatore a Livorno, ed il suo ingaggio seguiva la logica della necessità di un terzo portiere d'esperienza, che sapesse aiutare i suoi compagni più giovani e stare in panchina senza pretese. Come Belardi, appunto. E le coincidenze non finiscono qui: se il portiere campano, oggi al Pune in India, entrò a Cesena dopo l'espulsione di Pigliacelli parando un calcio di rigore, il veneziano ha 'approfittato' dell'infortunio di Fiorillo per fare il suo debutto e diventare protagonista.

Un po' di ruggine, inevitabile. Qualche respinta coi pugni non proprio elegante, ma anche tanta sostanza e qualità. Due, in particolare, le parate salva risultato: grande riflesso sul tiro dalla distanza di Donati che diventa insidioso a causa di un tocco di un suo compagno nel primo tempo, ed una deviazione in angolo su un tiro all'angolino basso in cui il portierone è stato superlativo nel distendersi. Nel mezzo autorità, esperienza, ma anche freschezza e solidità. Con la voglia di far capire a tutti che Aldegani non è solo un numero in più con cui occupare la panchina.

(foto Massimo Mucciante)

Nicola Di Giovanni