L'ultimo giorno di mercato

Se non ci sei mai stato, se non hai mai respirato quell'aria e vissuto quei momenti palpitanti...

da Donato Giampietro
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Se non ci sei mai stato, se non hai mai respirato quell'aria e vissuto quei momenti palpitanti che ti possono cambiare nel bene o nel male il sudato lavoro, è dura da raccontare.
Parliamo dell'ultimo giorno di mercato e dell'Ata Quark, moderna struttura alberghiera articolata su cinque piani da poco "adibita" a sede della compravendita di quel “pazzo” mondo del pallone..
Dieci ore circa vissute con il fiato sospeso dagli operatori biancazzurri Iaconi e Bignone.
Dubbi, perplessità, certezze, delusioni, tentativi falliti, colpi a sorpresa si sono avvicendati in un vortice infinito di emozioni contrastanti che soltanto se vissute sulla propria pelle possono essere assaporate nella giusta misura.
Da una parte il desiderio quasi irrefrenabile di provarci, di rinforzare la squadra, di tirar dritto per un obiettivo impensabile ad inizio torneo, dall’altra la stridente necessità di far quadrare i conti con scadenze incombenti di pagamenti onerosi.
Sfumato il vero obiettivo del mercato, corteggiato vanamente per tre settimane (Zanini) ed appurata l’impossibilità di arrivare ai due empolesi Lodi e Serafini, il Ds Iaconi si era messo in mente di riportare in riva all’Adriatico niente meno che Sasà Sullo.
E sul fantasista napoletano si sono concentrati tutti gli sforzi di tutta la mattinata di ieri.
Sullo è propenso, il Messina meno. Tira e molla, il direttore giuliese insiste, si fa avanti anche l’Avellino. Dubbi, ripensamenti, amore e desiderio di restare in una città che ti è stata vicino durante il periodo più nero della tua vita, alla fine Sullo scioglie le riserve e decide di rimanere in riva allo Stretto.
Incassato il colpo, i Ds si guardano negli occhi, è finita, si rimane così, almeno in entrata.
Resta da accontentare chi gioca meno ed alleviarsi di alcuni stipendi, Minopoli e Diliso su tutti.
Per il terzino si sblocca presto, c’è il Martina di Simonelli.
E’ il primissimo pomeriggio, quando arriva, improvvisa, la telefonata del giorno.
Pantaleo Corvino si fa vivo, i viola vogliono a tutti i costi il giovane Paolucci seguito già da qualche tempo in Primavera. L’ultima prestazione del mediano di Tollo proprio contro la Fiorentina ha fatto innamorare definitivamente il direttore gigliato che formula la propria proposta.
Un milione e duecento mila euro sull’unghia e trasferimento immediato.
Iaconi tentenna, punta forte sul giovane per creare un futuro a questa rosa, consulta il presidente Paterna. C’è da pagare l’Irpef a breve, una mazzata per gran parte delle società di B, anche per il Pescara almeno fin quando qualche pio imprenditore non trovi il coraggio di aiutare il Cavaliere.
Un colpo al cerchio ed una alla botte, Iaconi acconsente e chiama il ragazzo per fargli preparare le valigie con destinazione Firenze.
E’ ormai buio fuori dai corridoi dell’Ata Quark.
Rapido giro d’orizzonti alla ricerca di qualche affare, nulla in vista.
Minopoli chiede di andar via, si prova ad accontentarlo.
Offerte da molte società di C, “Mino” vorrebbe la B, si fa avanti l’Avellino.
Iaconi dà il placet di massima, restano da definire le cifre, si va verso una contropartita tecnica.
Il direttore, ricorda che nella rosa dei “Lupi” c’è il “soldatino” Cinelli che trova poco spazio.
Scambio alla pari? Si può fare. Una stretta di mano e l’accordo è raggiunto. Minopoli in Irpinia, Cinelli a Pescara, il tutto a titolo definitivo.
Poco più di mezz’ora alla chiusura, i ds sembrano aver esaurito il loro estenuante lavoro e si avviano verso l’uscita scambiandosi i convenevoli del caso con i colleghi durante il tragitto.
C’è un gran movimento, un gran vociare nei corridoi, gli ultimi acquisti che stanno per essere definiti o definitivamente sfumati. Tra le voci, un diverbio. Sono i dirigenti della Triestina e quelli del Brescia. Motivo del contendere, Eder Baù. Sembra saltare il passaggio.
In casa Pescara si era fatto tempo addietro un tentativo per l’eclettico giocatore giuliano, ma poi tutto era svanito per le richieste definite troppo elevate.
Iaconi ha un’intuizione, contatta Cavalleri procuratore del calciatore. C’è un ostacolo, l’onnipresente Avellino che offre parecchio in termini d’ingaggio. Il procuratore prende in considerazione le volontà del suo assistito. C’è da scegliere Pescara o Avellino. Baù non ne fa una questione di soldi, e senza esitare, preferisce vestire il biancazzurro.
Ore diciannove, ne esce un Pescara rinforzato, sano e forte dal punto di vista economico, l’ennesimo miracolo targato Andrea Iaconi?

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