Il Pescara respira, inforca gli occhiali e strappa un punto ad un triste Frosinone
I biancazzurri sfiorano il colpaccio allo “Stirpe” con Odgard. Per i pescaresi qualche timido segnale di ripresa
FROSINONE- Arriva il
primo punto per la gestione Grassadonia. Il neo tecnico del Pescara al cospetto
di una delle formazioni più accreditate di questo torneo strappa un punto che
fa più morale che classifica. Un brodino, insomma, per una cena che avrebbe
dovuto contemplare piatti ben più sostanziosi. Ma, come si dice in questi casi,
chi si accontenta gode e il Pescara, in tempi di vacche magre, sa bene
accontentarsi. Ora testa al prossimo terribile impegno, sabato prossimo, con
un’altra big, il Lecce, di scena all’adriatico, con inizio alle 14, per dare un
minimo di continuità al primo segno di vita raccolto sul petto del malandato
Delfino. E’ chiedere troppo?
LA VIGILIA- Per
l'anticipo del Campionato di serie BKT, stasera alle 21 sul terreno dello
stadio ‘Benito Stirpe’ del capoluogo Ciociaro, a dirigere l'incontro sarà
Francesco Meraviglia di Pistoia. Assistenti i signori Domenico Rocca di
Catanzaro e Gianluca Sechi di Sassari.
Quarto ufficiale di gara Antonio Di Martino della sezione di Teramo.
Se non è un testa-coda
poco ci manca. Il Frosinone, corroborato dal successo esterno con la Virtus
Entella, è collocato con 32 punti in coabitazione con il Pordenone, al nono
posto. Il Pescara, reduce dall'ennesimo capitombolo, in ordine di tempo con il Venezia
tra le mura amiche, è, invece, ultimo in classifica al pari dell'Entella con la
miseria di 17 punti. L'ultima sconfitta casalinga è costata il posto al secondo
all'allenatore della stagione Roberto Breda, che a sua volta aveva preso il
posto di Massimo Oddo, facendo così arrivare alla guida tecnica dei pescaresi
Gianluca Grassadonia, assistito in panchina da Hugo Campagnaro e il sindaco
Marco Sansovini.
LE SCELTE- Il cambiamento
c’è e si vede, non solo per le nuove facce in panchina. Gianluca Grassadonia fa
scelte eloquenti e, per questo, nel suo 3-5-1-1 rinnova dalle fondamenta lo
scacchiere. Fuori Valdifiori, Machine, Guth, Ceter e Memushaj, gli ultimi due
addirittura rimasti in riva all’Adriatico, dentro Drudi, dopo tempo immemore,
con Busellato, Dessena e Tabanelli con compiti diversi. Questa la scelta
iniziale: Fiorillo in porta, reparto arretrato formato da Drudi, Bocchetti e
Scognamiglio. A centrocampo Busellato in cabina di regia con Dessena e
Tabanelli mezze ali, sulle corsie esterne spazio a Masciangelo e Bellanova.
Davanti spazio a Galano alle spalle di Odgaard.
Alessandro Nesta, nel suo 3-5-2, piazza Bardi
in porta, in difesa Brighenti, Szyminski, e Capuano. In mediana Maiello in
cabina di regia con Rodhen e Kastanos mezze ali mentre sulle corsie esterne
spazio a Zampano e Salvi. In attacco tandem offensivo composto da Iemmello e
Novakovich.
LA PARTITA- La prima
mezz’ora è tutta all’insegna del: “ Io vorrei, non vorrei ma se vuoi” che, in
estrema sintesi si traduce in un cartellino giallo al 20’ a Bocchetti e in
qualche anemico se non stitico tentativo offensivo dei padroni di casa che, più
di tanto, non creano apprensione alcuna
alla dispnoica difesa pescarese. Niente di più, se non una discreta buona
volontà nel difendersi ma, pochissima, nel farsi vedere dalle parti di Bardi.
Alla fine, però, i pescaresi possono vantare una sterile superiorità nel
possesso palla ma senza nessun tiro in porta, mentre i Ciociari in 45 minuti
hanno mirato tra i pali di Fiorillo in 6 circostanze ma senza impensierirlo più
di tanto.
II TEMPO- La ripresa
prosegue sulla falsariga del primo tempo. Le due squadre piuttosto contratte
misurano le forze nella zona mediale del campo. La vera grande occasione di
tutta la gara capita però al 55mo al Pescara. Odgaard ruba palla a Brighenti Brighenti
dopo un goffo scivolone, e parte dritto per dritto verso la porta di Bardi e, quando arriva ad un metro da lui, invece, di
alzare il tiro, si fa ipnotizzare dall’estremo difensore laziale e gli calcia addosso. Al 64’
Nesta si affida ad un doppio cambio per ma senza modificare l'assetto tattico dei suoi. Prima entra Boloca per Rohden, poi Parzyszek per Novakovich. Qualche istante dopo Drudi
viene ammonito per gioco falloso. Così Grassadonia ne approfitta per inserire
Guth al posto del difensore romagnolo e subito dopo richiama in panca Galano
per Capone. Sostituzioni gattopardesche che non modificano di un millimetro
l’equilibrio in campo. Visto l’andazzo
il tecnico dei pescaresi si affida a Machin, dentro l’ex monzese e fuori
Tabanelli. Niente, tutto è come sempre. L’unico sussulto è il cartellino giallo
a Iemmello per comportamento non regolamentare ed in questa povertà di
contenuti tecnici ed agonistici arriva il triplice fischio. Finisce così, con
un tristissimo 0 a 0 l’anticipo del campionato cadetto. Un risultato che piace
di più in casa biancazzurra perché interrompe la lunga fila di sconfitte e fa
compiere un piccolo passettino in avanti in classifica. Di questi tempi, oro
puro.
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da Deckard92
Per come stavamo messi fino alla settimana scorsa, questo punto è un mezzo miracolo. Il Frosinone per fortuna ha deciso di non attaccare per 90 minuti (pur tenendo il pallino del gioco quasi sempre), impensierendo relativamente poco Fiorillo. Paradossalmente le azioni più pericolose le abbiamo fatte noi, che abbiamo giocato si e no 10 minuti di partita in attacco. Io comunque sarò pazzo ma ci credo alla salvezza, possiamo invertire la rotta e fare come il Cosenza lo scorso anno. Bisogna crederci tutti, però. A prescindere da tutto, che retrocediamo o meno, Sebastiani se ne deve andare da Pescara in estate, perché è un faccendiere che ha avuto due/tre annate in cui gli è andata di culo ma per il resto ha distrutto il calcio a Pescara