Ah..m'arcord: Eriberto Mastromattei vero Pescarese
Il personaggio considerato la rappresentazione della Pescaresità, raccontato da Germanodacuneo.
Poiché Galeone ha tracciato un bel ricordo di Eriberto, desidero fare un Ah…m’arcord su questo eclettico personaggio pescarese, non da quando era diventato famoso, ma dall’inizio degli anni ’50, per far conoscere ai più giovani le sue stravaganze e qualche curioso aneddoto.
In quel periodo frequentavo la parrocchia di Sant’Antonio, perché in quella zona ci abitava mia nonna e un mio caro cugino con cui andavo a giocare. Andavo la domenica in chiesa non perché fossi un convinto cattolico, ma perché alla fine della funzione il parroco della chiesa Padre Antonio dava ai ragazzi un buono-biglietto regolarmente timbrato per poter assistere al film del pomeriggio: un film western o un film comico.
Abitualmente frequentando quei posti, spesse volte incontravo “Eriberto”, (in seguito lo scriverò senza virgolette) che abitava in viale Sabucchi e aveva allora anche un cognome che era: Mastromattei che poi è andato man mano scomparendo, perché in seguito, era talmente conosciuto che bastava dire Eriberto per sapere di chi si parlasse.
D’estate era comunemente in spiaggia a rosolarsi al sole e allora per crearsi un lavoro, pensò bene di utilizzare il suo tempo libero all’utile al dilettevole installando due casotti di legno che sono stati il suo primo stabilimento balneare.
Dopo qualche tempo lo stabilimento balneare lo fece, lavorando in prima persona insieme a dei muratori, con mattoni di calcestruzzo prefabbricato e lo chiamò “Albatros”. Su questo nome ci tornerò in seguito.
Eriberto, era noto alla maggior parte della gente, come una persona coraggiosa e spregiudicata perché faceva delle cose che nessun altro pescarese avrebbe osato fare.
Negli anni ’50 a Roma, c’era un signore italo - belga che soleva salutare il nuovo anno tuffandosi nel Tevere, dal ponte Cavour, il primo giorno dell’anno alle ore 12 in punto ed era conosciuto come “Mister OK”, perché prima e dopo ogni tuffo faceva con la mano il segno di “OK” per rassicurare la folla.
Poteva Eriberto farsi scappare questa ghiotta occasione? Sicuramente no.
Abitualmente Eriberto ogni primo giorno dell’anno si tuffava nel fiume Pescara dal ponte del Comune dal parapetto lato mare, (il nuovo ponte D’Annunzio ancora non esisteva), ripetendo il segno di “OK” prima e dopo la sua esibizione e per questo era chiamato il “Mister OK pescarese”.
Oramai il suo exploit era tradizionalmente atteso ogni anno da una grande folla di pescaresi ma Eriberto non poteva fermarsi al solito normale tuffo.
Dichiarò ai giornali che aveva escogitato, per aumentare la difficoltà, un nuovo tuffo: si sarebbe tuffato dal parapetto del ponte in sella a una motocicletta. I pescaresi erano increduli e pensavano, come Eriberto spesso faceva, che fosse tutto uno scherzo.
La mattina di quel primo giorno dell’anno, non ricordo precisamente quale (1955 ?), i pescaresi che affollavano il ponte erano molti di più degli anni precedenti: per questo fatto i vigili urbani furono costretti a chiudere, per bloccare il traffico, provvisoriamente le due testate del ponte.
Verso le dieci si vide spuntare Eriberto in sella a una motocicletta di media cilindrata: dopo i preparativi, sistemazione di uno scivolo di legno dal piano stradale fino al livello del parapetto, legato e bloccato la motocicletta con una lunga corda per non farla andare a fondo nel fiume, Eriberto, indossante solo il costume da bagno, mise in moto il suo amico di avventura e, partendo dal parapetto lato ferrovia, in un attimo, dopo aver superato lo scivolo, con un bel tuffo d’angelo si trovò nelle fredde acque del fiume e dopo il segno dell’OK fu fatto salire su una barca di soccorso tra gli applausi della gente, mentre la motocicletta era ricuperata dai suoi amici e sistemata sulla banchina del fiume.
In, effetti, oltre mezzo secolo fa, il fiume Pescara non era ancora inquinato dagli scarichi abusivi e permetteva alle persone, anche se pericoloso, la balneazione.
Negli anni successivi questo tipo di esibizione gli fu vietato dalle autorità di polizia urbana sia per la sua pericolosità e sia per la difficoltà di circolazione stradale.
In questo modo si stava già facendo conoscere in tutta la regione e oltre.
Questo fatto è stato il mio primo ricordo che ho avuto di Eriberto.
Intorno alla metà del febbraio 1956 tutta l’Italia fu investita da un’aria molto fredda proveniente direttamente dal circolo polare Artico. La colonnina di mercurio precipitò ovunque facendo toccare record storici di freddo in molte città. L’evento risultò eccezionale anche per la sua durata: iniziato verso la metà di febbraio, il freddo intenso continuò per quasi tutto il fine-mese e per l’intero mese di marzo. Non mancarono le nevicate, specie sulle città delle regioni centro-meridionali, dove il manto nevoso raggiunse altezze medie di circa mezzo metro. Qualcuno può dire: che cosa c’entra Eriberto, uomo di mare, con la neve? Lo scoprirete più tardi, continuate la lettura.
Pescara fu ricoperta da circa 40 cm. di neve: le scuole e parecchi uffici pubblici furono chiusi, i trasporti su strada e ferrovia ebbero notevoli difficoltà. In questa emergenza non tutti erano scontenti: gli sciatori che per sciare dovevano andare a Passolanciano ora avevano solo da scegliere; se volevano fare sci di fondo si poteva andare sulla spiaggia e al contrario se volevano fare “pericolose” discese, si poteva andare allo “scavo” della fornace di Forlani. Qui si era formata una pista di discesa naturale e che tanti amanti della neve avevamo scelto come stazione sciistica.
Tra questi sciatori da strapazzo c’ero anch’io e il mio amico Franco Liberi, giocavamo insieme nella Mezzanotte; che gli amici lo chiamavano Franco “lu purchettaro” perché il padre vendeva la porchetta in via Cesare Battisti. Eravamo attrezzati con mezzi più svariati e vestiti alla bella e meglio per non sentire il freddo anche indossando un cappellino da ciclista!
Proprio con il piano di legno, dove sopra si metteva la porchetta a cuocere al forno, detto “lu schif” facemmo una specie di slitta, inchiodandovi davanti un grosso coperchio di alluminio che faceva da spartineve: si andava bene fino in fondo con tanto divertimento. Ognuno si lanciava nella discesa con qualunque mezzo che aveva a portata di mano: cassetti di legno di armadi, sedie impagliate e c’erano pure persone con gli sci, che spesse volte non riuscendo a frenare andavano a fermarsi dentro la siepe di rovi, con qualche graffio, che delimitava via Caravaggio, detto “lu stradone”.
Tra tutte queste pseudo - attrezzature per sciare, il mezzo da discesa più caratteristico che avevo notato era stato una vecchia bicicletta da uomo di color nero e con i freni a bacchetta. Poteva utilizzarla sono un uomo di grande coraggio e spericolatezza: sapete chi la inforcava? Era proprio Eriberto coperto solo del solito costume da bagno tigrato.
Partiva dalla parte più alta e gridando
Solo lui era capace di fare tutto questo senza che nessuno osasse imitarlo.
Dopo le tante discese, la neve incominciava a ghiacciarsi e a indurirsi e quindi per tutti diventava più difficile avventurarsi in simili discese, ma solo Eriberto imperterrito continuava le sue evoluzioni con la sua bicicletta, che qualche anziano amico gli aveva imprestato.
Anche in questa seconda performance ho avuto l’occasione di conoscere lo “stravagante” Eriberto. Qualcuno degli anziani ricorda qualcosa di quello che ho scritto?
Finito la stagione invernale pescarese del 1956, si passa alla stagione estiva del 1959, dove inizia il mio terzo incontro con Eriberto. Perché mi ricordo proprio il 1959 ?: è stato l’anno di quando mi sono diplomato geometra frequentando l’Istituto Tecnico “Tito Acerbo” del Preside Michele Balice.
In quell’anno si disputò il “1° Torneo dei piedi scalzi” sulla spiaggia in corrispondenza dell’attuale stabilimento balneare Zara.
Il campo era tracciato sulla sabbia, aveva misure regolamentari e con le porte munite di reti.
Le squadre erano formate da giocatori dei vari rioni: quella del rione di Zanni aveva in porta Gabriele Cantagallo che giocò anche in serie A con Spal e Bologna; quella del rione di Sant’Antonio era capitanata da Monticelli con la sua ragazza sempre seduta sul muretto; quella del rione di via Venezia capitanata da Marinaro; quella del rione San Francesco, sponsorizzata dal pastificio Spiga, dove giocavano Piero Ruscitti, il padre di Davide Ruscitti del Pescara di Galeone, e Luigi Di Felice detto “Gino la mopa” che si allenava a indurire “li ditun” dei piedi battendoli contro il muro, per poter meglio calciare il pallone di punta. Queste erano le squadre formate da buoni giocatori che facevano già parte di squadre del campionato dilettanti e che avevano la possibilità di mettere ai piedi, per meglio calciare, le cavigliere. Chi aveva le cavigliere era una persona benestante! Allora le squadre erano formate da 13-14 giocatori perché non c’erano ancora le sostituzioni. Parecchi giovani, tra cui io, desiderosi di giocare non avevano una squadra.
A questo punto intervenne Eriberto che fece una sua squadra con noi “rimasugli” che però era sempre la più applaudita all’inizio e alla fine della partita, anche in caso di sconfitta. Come mai? Eravamo la squadra più giovane e simpatica.
Le altre squadre arrivavano sul campo a piedi e alla spicciolata, mentre la nostra che si chiamava “Albatros”, ricordate?, scritta sulle magliette di color arancione, arrivava sul campo in barca-bus. Si proprio in barca.
Ci imbarcavamo presso lo stabilimento “Albatros” di Eriberto e con lui al posto di comando, dopo un tratto di circa trecento metri sbarcavamo al centro del campo da dove facevamo l’ingresso tra gli applausi della gente. Dopo la partita si faceva il percorso inverso e giunti presso lo stabilimento, Eriberto ci premiava, anche se sconfitti, con una bottiglietta di birra. Per terminare desidero aggiungere una nota personale. Dopo una partita, al mio ritorno a casa mia madre mi apostrofò:
Tornando a Pescara e, passeggiando sulla riviera, mi fermavo presso il suo stabilimento, dove lo trovavo impegnato, quando era libero dai suoi molteplici impegni, in qualche accanito doppio di tennis con i suoi amici. Durante l’incontro, spesse volte, dava spettacolo con una finta arrabbiatura o con una sceneggiata per una palla contestata. Si poteva vedere anche in sella al suo fedele motorino col megafono in mano a gridare sempre qualcosa a qualcuno.
Sono venuto a conoscenza rimanendo scosso prima per il suo investimento, da parte di uno scooter e, in seguito, l’anno dopo, della sua prematura morte, tramite i commenti dei tifosi del Pescara del sito di forzapescara.com.
Con Eriberto è scomparso un pezzo della Pescara più autentica e si è perso un personaggio e un simbolo della pescaresità, che non tutti possono e potranno vantare.
Nei tre episodi che ho descritto ho voluto far notare alcune caratteristiche della figura di Eriberto. Il suo coraggio e serietà nel primo, la sua spericolatezza e fantasia nel secondo e nel terzo bontà e bernoccolo degli affari. Fu generoso con noi allestendo la “sua” squadra di calcio, ma ben sapendo, mettendo il nome del suo stabilimento balneare sulle magliette, di farsi una pubblicità non tanto occulta ma ben evidente alla luce del sole. Posso dire che Eriberto è stato un precursore della pubblicità.
Anche Pescara è cambiata in questo lasso di tempo, in meglio, perché il progresso avanza, ma stritola tanti sogni.
Si può ancora tuffarsi e fare il bagno nel fiume, sciare in città in caso di nevicata abbondante o fare un torneo di calcio, con 11 giocatori, sulla spiaggia occupando tutto lo spazio dal muretto fino alla battigia?
Allora, 50 anni fa, si poteva fare ed era un momento di svago e di aggregazione a buon prezzo. Tutto ciò, attualmente, non si può più fare perché il fiume è inquinato dagli scarichi industriali, la collina che sovrasta Pescara è diventata un formicaio di ville e la spiaggia è diventata una striscia ininterrotta di sdraio e ombrelloni.
Termino dicendo che la città di Pescara ha fatto tanti progressi dal lato economico e industriale, ma nello stesso tempo questi progressi hanno ucciso tante belle cose che non costavano niente e che non torneranno più.
Queste belle cose possono tornare, per farle conoscere ai più giovani, tramite i racconti di chi le ha vissute. Spero di esserci riuscito.
Un caro saluto a tutti i tifosi pescaresi di forzapescara.com da un loro concittadino, da quarant’anni in esilio, che ha goduto della propria città per solo trent’anni, ma impregnando la sua mente, come una spugna, di tanti begli episodi e ricordi.
GermanodaCuneo
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da lanciacoriPE
un personaggio del genere non poteva che avere anche una morte originale ! grz per le risposte
da Germanodacuneo
x flaiano xLanciacoriPe:....anticipo la risposta di GermanodaCuneo:Eriberto è stato investito qualche anno fa (credo nel 2007 in Viale Bovio a Pescara).Da quell'incidente non si è più ripreso e dopo circa 1 anno (Ottobre 2008) il cuore e fisico non hanno retto più. TUTTO QUELLO CHE HAI SCRITTO E' PROPRIO VERO.
da flaiano
xLanciacoriPe:....anticipo la risposta di GermanodaCuneo:Eriberto è stato investito qualche anno fa (credo nel 2007 in Viale Bovio a Pescara).Da quell'incidente non si è più ripreso e dopo circa 1 anno (Ottobre 2008) il cuore e fisico non hanno retto più.
da lanciacoriPE
grande germano!! complimenti per il lessico, e per la narrazione da scrittore vero e proprio !! si può chiedere come è morto eriberto, visto che mi pare che se ne andato prematuramente ?
da lapescara
Grande Germano...come sempre!!! Purtroppo è come dici tu, i luoghi di aggregazione e d'incontro a buon prezzo sono spariti, soprattutto x i giovani, e sono stati sostituiti da bar, pub e discoteche dove i ragazzi bevono e spendono na frega di soldi, dedicandosi più allo sballo che al sano divertimento...
da GermanodaCuneo
x flaiano Grande Germano.Anche se c'entra poco con il calcio biancazzurro (a parte il periodo Galeoniano) è bene ricordare a "li uagliunitt'' del sito,i personaggi e gli aneddoti che hanno fatto di Pescara una città straordinariamente viva dal dopoguerra a qualche anno fa. ....p.s. la prossima volta magari,ricordaci qualcosa della Garibaldi o di Ines la Rossa.... Un saluto. DELLA GARIBALDI QUALCHE ACCENNO L’HO MESSO NELL’ARTICOLO CHE PARLAVA DELLA RIVALITA’ CALCISTICA TRA PESCARA E CHIETI DI CUI RIPROPORRO LO STRALCIO: “La partita ebbe inizio con la benedizione (getto del sale dietro le porte) della “Garibaldi”, una anziana popolana “pesciaiola” sempre vestita di nero, tifosissima del Pescara, che vendeva il pesce ai mercati di Porta Nuova e di Viale dei Pini col suo carrettino, sul quale metteva in bella mostra le cassette di pesce. Vendeva il pesce un po’ più caro degli altri pesciaioli perché, secondo lei, il suo pesce era più buono degli altri, e questo extra le serviva per comprare le caramelle ai suoi “bambolotti”. Non per dire, ma i suoi bambolotti erano i giocatori del Pescara. Anzi un suo bambolotto, l’attaccante Ferrari, pare che abbia sposato una sua nipote. Invece della bandiera biancazzurra, aveva in casa, un biancazzurro in carne ed ossa. Per la “Garibaldi” i giocatori del Pescara erano intoccabili e quando uno di loro veniva colpito, in modo scorretto, da un avversario si metteva ad inveire contro il povero malcapitato con insulti e spesse volte con parole salatissime e irripetibili.” DI INES LA ROSSA NON POSSO DIR NIENTE PERCHE’ NON L’HO CONOSCIUTA: UN SALUTO
da Pupone83
Purtroppo non ho vissuto quei momenti, ma grazie alle memoria storica dei "nostri vecchi" è come se tutti quei personaggi li avessi realmente conosciuti. Voglio citare semplicemente un personaggio che ha colpito la mia fantasia: la Garibaldi. Quest'anno le è stato tributato un piccolo omaggio, una foto su di un calendario fatto stampare da un'associazione di Borgomarino.
da OLIVERI_RAUS
Bel libro dei ricordi....
da coerente
il ponte del mare và intitolato ad un pescarese che hà interpretato la "pescaresità" : ERIBERTO!!!!!! IL SACRO,NON SIA CONFUSO CON IL PROFANO!!! blà blà blà.....i politici passano! EVVIVA IL PONTE "ERIBERTO"!!!!!!!!!!!!
da Germanodacuneo
da brunonobili da lu_caian ....jem a "caf" a cumbrà ddu liquirizie !! Tipo strano ngh lu carrett di liquirizie e sciuscell a li giardinitt (piazza primo maggio) e che facev di continuo "no" ngh la cocce. Soggetto improponibile simile a pacciani. Il trenino (oggetto di attacchi) ke girava sopra a la vrecce e il vespasiano (bagno pubblico) vicino l'università (ora museo colonna). Bei tempi. CAF PALLONCINO ME LO RICORDO BENISSIMO ANCH'IO, VENIVA DAVANTI ALLA SCUOLA CON LA SUA BICI A TRE RUOTE E VENDEVA DI TUTTO, DALLE "RIGULIZIE" ALLA "PESCA FORTUNATA" (UN CILINDRO CON DEI BIGLIETTI CHE POTEVI ESTRARRE DOPO AVER PAGATO L'OBOLO, I PREMI? "NA CARAMELLA O NA GIGOMMA" O SE ERI FORTUNATO VINCEVI QUALCHE CIANFRUSAGLIA APPESA AL SUO CARRO). ERA UN PERSONAGGIO BUONO CON UN TIC CHE GLI FACEVA MUOVERE SEMPRE LA TESTA COME AD ACCENNARE UN NO, INSOMMA UNA BRAVA PERSONA CON UN "NEGOZIO AMBULANTE SULLA TRE RUOTE" Caf, diceva che era di Foggia e muoveva sempre la testa perché, durante la guerra era stato colpito da una scheggia di una bomba. Questo era la sua spiegazione.
da brunonobili
da lu_caian ....jem a "caf" a cumbrà ddu liquirizie !! Tipo strano ngh lu carrett di liquirizie e sciuscell a li giardinitt (piazza primo maggio) e che facev di continuo "no" ngh la cocce. Soggetto improponibile simile a pacciani. Il trenino (oggetto di attacchi) ke girava sopra a la vrecce e il vespasiano (bagno pubblico) vicino l'università (ora museo colonna). Bei tempi. CAF PALLONCINO ME LO RICORDO BENISSIMO ANCH'IO, VENIVA DAVANTI ALLA SCUOLA CON LA SUA BICI A TRE RUOTE E VENDEVA DI TUTTO, DALLE "RIGULIZIE" ALLA "PESCA FORTUNATA" (UN CILINDRO CON DEI BIGLIETTI CHE POTEVI ESTRARRE DOPO AVER PAGATO L'OBOLO, I PREMI? "NA CARAMELLA O NA GIGOMMA" O SE ERI FORTUNATO VINCEVI QUALCHE CIANFRUSAGLIA APPESA AL SUO CARRO). ERA UN PERSONAGGIO BUONO CON UN TIC CHE GLI FACEVA MUOVERE SEMPRE LA TESTA COME AD ACCENNARE UN NO, INSOMMA UNA BRAVA PERSONA CON UN "NEGOZIO AMBULANTE SULLA TRE RUOTE"
da ---BOLSENA---
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da zanni2
X Per-sempre: ho promesso di pubblicare altre foto che sto ancora cercando(invano) tra le scatole dell'ultimo trasloco di 5 anni fa, tra non molto riproporrò le foto appese nella taverna risalenti agli anni '70. X GERMANO: complimenti x il dettagliato racconto sulla straordinaria vita del grande ERIBERTO che hai puntualizzato con certosina precisione, al riguardo vorrei ricordare che i tornei “di li pit scalz” son proseguiti fino alla fine degli anni '60 presso l'arenile attualmente occupato dallo stabilimento “orsa maggiore”e chi non ricorda le grandi parate di “erric lu gummist” e le sfide all'ultimo “diton” con la marineria nord che a volte sfociavano in una sana scazzottata finale. Capitolo PESCARA: da tempo immemorabile non si ricorda una campagna acquisti di queste dimensioni programmata e portata a termine: acquisti mirati, ringiovanimento della rosa che in prospettiva futura ci daranno sicuramente tranquillità di gestione e soddisfazioni sportive come non mai; un appello alla grande tifoseria: continuiamo a sostenere la nostra squadra senza se e senza ma in quanto questa società e questo stato di cose erano irreali fino a poco tempo fa e quindi facciamo in modo che questo bel giocattolo che DON PEPPE & C. stanno costruendo con pazienza e dispendio di energie (e soldi) non si rompa. Quest'anno, comunque vada (e io so alla fine dove andremo a parare), rimarrà un anno indelebile nella storia della nostra amata PESCARA come quelli delle cavalcate degli anni di CADE', ANGELILLO,GALEONE..... IL PESCARA E' UNA FEDE E COME TALE NON SI DISCUTE....SI AMA IERI, OGGI E SEMPRE FORZA PESCARA!!!!!
da tribuna76
ciao Eribbè !!!!
da parannaus
Grazie Germano, riesci a farmi sentire nostalgia
di tempi che non ho mai vissuto
da lu_caian
....jem a "caf" a cumbrà ddu liquirizie !! Tipo strano ngh lu carrett di liquirizie e sciuscell a li giardinitt (piazza primo maggio) e che facev di continuo "no" ngh la cocce. Soggetto improponibile simile a pacciani. Il trenino (oggetto di attacchi) ke girava sopra a la vrecce e il vespasiano (bagno pubblico) vicino l'università (ora museo colonna). Bei tempi.
da gips
Bravo Germano! complimenti!
da mimmo74
tromba marina........................
hahahahaha
oppure le famose sogliole vive della garibaldi.......
da flaiano
Grande Germano.Anche se c'entra poco con il calcio biancazzurro (a parte il periodo Galeoniano) è bene ricordare a "li uagliunitt'' del sito,i personaggi e gli aneddoti che hanno fatto di Pescara una città straordinariamente viva dal dopoguerra a qualche anno fa. ....p.s. la prossima volta magari,ricordaci qualcosa della Garibaldi o di Ines la Rossa....
Un saluto.
da esiliato_PC
Onore ai ricordi del grande Germano, e soprattutto alla memoria del sig.Mastromattei,che vedo ancora bene nei miei ricordi di ragazzino prima di andare via da Pescara.
da umba
ha fatto la primavera. all'inter ..altro non so..comunque lo voglio vedere volare sotto la nord un bel po di volte..
da gio-81
x umba: cosi pare speriamo di portarlo ad una
quotazione di 10 mln di € e poi lo diamo agli
amici di osfradio, anche xke moratti a meno di
quelle cifre non li compra i giocatori
da Shawn
L'Inter non solo lo seguiva, ma l'ha pure preso se non sbaglio. Poi non riscattò il cartellino.
da umba
ma risult ca Giacomelli era destinato all'inter..che era interessattissima e lo aveva seguito di brutto..è sano?
da gio-81
bell'articolo Germà!
da bubuell
L'essenza della pescaresità!
da MagoOronzo
..togliete lo spazio dopo la lettera v del link...
da MagoOronzo
Bella storia, pescara ne è piena!
Date un occhiata a nche al mio video su youtube: anche lì ci sono le voci di come eravamo...
http://www.youtube.com/watch?v
=7XtYMq8KW3E