Ah...m'arcord: " Pescara: da Gabriele a Ennio fino a Eriberto"...
Distaccandoci (solo in parte!!) dall'argomento calcio ed in occasione della ricorrenza (20/10/2012) dei 4 anni dalla scomparsa di questo eclettico personaggio Pescarese, pubblichiamo la seconda parte della lettera dell'utente GermanodaCuneo, in ricordo di "Eriberto Mastromattei e di una Pescara che non c'è più".La terza ed ultima parte tra qualche giorno.Buona lettura.....e buoni ricordi!
2)Intorno alla metà del febbraio 1956 tutta l’Italia fu investita da un’aria molto fredda proveniente direttamente dal Circolo Polare Artico. La colonnina di mercurio precipitò ovunque facendo toccare record storici di freddo in molte città. L’evento risultò eccezionale anche per la sua durata: iniziato verso la metà di febbraio, il freddo intenso continuò per quasi tutto il fine-mese e per l’intero mese di marzo. Non mancarono le nevicate, specie sulle città delle regioni centro-meridionali, dove il manto nevoso raggiunse altezze medie di circa mezzo metro. Qualcuno può dire: che cosa c’entra Eriberto, uomo di mare, con la neve? Lo scoprirete più tardi, continuate la lettura..........
Pescara fu ricoperta da circa 40 cm. di neve: le scuole e parecchi uffici pubblici furono chiusi, i trasporti su strada e ferrovia ebbero notevoli difficoltà. In questa emergenza non tutti erano scontenti: gli sciatori che per sciare dovevano andare a Passolanciano ora avevano solo da scegliere; se volevano fare sci di fondo si poteva andare sulla spiaggia e al contrario se volevano fare “pericolose” discese, si poteva andare allo “scavo” della fornace di Forlani. Qui si era formata una pista di discesa naturale e che tanti amanti della neve avevamo scelto come stazione sciistica.
Tra questi sciatori da strapazzo c’ero anch’io e il mio amico Franco Liberi, giocavamo insieme nella Mezzanotte, che gli amici lo chiamavano Franco “lu purchettaro” perché il padre vendeva la porchetta in via Cesare Battisti. Eravamo attrezzati con mezzi più svariati e vestiti alla bella e meglio per non sentire il freddo anche indossando un cappellino da ciclista!
Proprio con il piano di legno, dove sopra si metteva la porchetta a cuocere al forno, detto “lu schif” facemmo una specie di slitta, inchiodandovi davanti un grosso coperchio di alluminio che faceva da spartineve: si andava bene fino in fondo con tanto divertimento. Ognuno si lanciava nella discesa con qualunque mezzo che aveva a portata di mano: cassetti di legno di armadi, sedie impagliate e c’erano pure persone con gli sci, che spesse volte non riuscendo a frenare andavano a fermarsi , con qualche graffio,dentro la siepe di rovi che delimitava via Caravaggio, detto “lu stradone”.
Tra tutte queste pseudo - attrezzature per sciare, il mezzo da discesa più caratteristico che avevo notato era stato una vecchia bicicletta da uomo di color nero e con i freni a bacchetta. Poteva utilizzarla sono un uomo di grande coraggio e spericolatezza: sapete chi la inforcava? Era proprio Eriberto coperto solo del solito costume da bagno tigrato.
Partiva dalla parte più alta e gridando
Solo lui era capace di fare tutto questo senza che nessuno osasse imitarlo.
Dopo le tante discese, la neve incominciava a ghiacciarsi e a indurirsi e quindi per tutti diventava più difficile avventurarsi in simili discese, ma solo Eriberto imperterrito continuava le sue evoluzioni con la sua bicicletta, che qualche anziano amico gli aveva imprestato.
Anche in questa seconda performance ho avuto l’occasione di conoscere lo “stravagante” Eriberto. Qualcuno degli anziani ricorda qualcosa di quello che ho scritto?(segue)
GermanodaCuneo.
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secondero!! Forza Pescara!!!
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